Carmen Weiz

5.

Lei è mia…

Serie Swiss Legends – thriller psicologici con un forte tocco di Romance*

Cliffhanger

(*) Questo racconto fa parte di “Unique”, il primo libro della serie Swiss Legends.

Lui e io

Non ti racconterò la nostra storia
e no, non mi dispiace
Tutto quello che devi sapere
è che non mi sentivo così triste
durante il tempo che abbiamo trascorso insieme
È stato un piccolo “per sempre”
erano i miei giorni a colori, i miei giorni più illusori
Ho visto così tante strade attraverso lui
ma la fine di tutto ciò
ha accelerato la mia caduta senza fine

La osservo mentre dorme.

La stanza è avvolta dalla penombra, alcuni raggi della luna filtrano attraverso la tapparella e si proiettano sul muro alle sue spalle. Dopo aver pianto per un’eternità, ha deciso finalmente di prendere una dose del sonnifero che gli ha prescritto proprio lui, la persona che crede essere il suo salvatore, l’uomo di cui si fida di più al mondo. Quanto può essere sciocca una donna…

Per quanto mi riguarda, la devo soltanto ringraziare. Ha contribuito a esaudire un altro dei miei desideri, regalandomi preziosi momenti che intendo godermi fino in fondo.

La sera ci appartiene, cara…

Approfitto per mettermi ancora più a mio agio sulla poltrona ai piedi del letto e poiché ho parecchio tempo a disposizione, lascio che lo sguardo vaghi pigro nella stanza che osservo dal vivo per la prima volta. Mi soffermo sulla sua toeletta: un autentico mobile di antiquariato, un classico barocco con lo specchio incorporato, come quello che usavano le donne del passato per truccarsi. Un altro regalo inutile che lui le ha comprato. Spesso mi chiedo quanto la conosca, i suoi desideri più intimi, le sue passioni… La risposta a questa domanda è facile: non la conosce affatto, almeno non come la conosco io.

Sorrido pensando al nostro segreto mentre continuo a esaminare l’ambiente intorno a me. Sopra la toeletta, vicino a qualche fiala di profumo e a una scatola dove conserva i suoi gioielli, che ovviamente ho già ammirato, si trova uno degli oggetti più utili di tutta la villa. Si tratta di un vecchio computer, uno di quei modelli con l’unità di sistema, guarda caso lo schermo è girato proprio verso il letto… il suo benedetto marito ha fatto installare una telecamera, come quelle per fare le videochiamate. Santo uomo, potrei erigere una statua in suo onore in giardino, visto che l’ha posizionata nell’angolazione perfetta.

“Come dico spesso, certe volte non le capisco proprio le donne…”

È curioso, ma la stessa domanda si ripropone nella mia testa ogni volta che varco la porta della villa: perché una coppia di successo come la loro abita in una vecchia dimora come questa? Dentro, oltre il suo delizioso odore, tutto puzza di naftalina e muffa, questo luogo riporta costantemente i ricordi di persone che non ci sono più, anime rimaste tra i vivi perché incapaci di staccarsi dalla vita terrena, che si nutrono ancora di tutto il male che hanno commesso.

Carmen Weiz

Qui la famosa coppia è circondata da tutta la privacy che si possa desiderare, data dal bellissimo bosco che circonda la villa secolare, un paesaggio stupendo senza ombra di dubbio, ma resta il fatto che di notte questo posto mette i brividi. Se solo lei sapesse cosa è capitato tra queste mura… a chi sia appartenuta questa casa… cosa succede tutt’ora…

Se solo lei sapesse…

Qualche anno fa, quando lui mi aveva presentato la bellissima donna come sua futura moglie, avevo pensato che lei lo avrebbe convinto a traslocare in un appartamento lussuoso, magari a Zurigo, uno di quelli con la vista sul lago che costano una fortuna. Invece no, ha accettato di vivere qui, nella villa che da generazioni appartiene alla famiglia del caro dottore. Come dico spesso, certe volte non le capisco proprio le donne…

Sto ancora scuotendo la testa quando i miei occhi si posano sulle sue piccole pantofole morbide. Adesso so esattamente dove le posa prima di adagiarsi sulle soffici coperte. Mi copro la bocca, anche se so che sto ridendo senza fare rumore, nel momento in cui mi accorgo che anch’io ne ho avute un paio che mi piacevano particolarmente quando ero adolescente.

Vorrei alzarmi e fare un giro, ma sarebbe troppo rischioso. Invece, mi tolgo dalla tasca del giubbotto le sigarette e il portacenere da viaggio. Lo so, è uno stupido vizio, ma la vita è breve e quando sono sotto stress o mi sento invadere dall’euforia, come ora, mi permetto di fare un tiro e lasciare che la nicotina avveleni i miei polmoni.

Dopo averla accesa, osservo la punta della sigaretta bruciare illuminandomi con il suo bagliore rossastro, il colore più bello del mondo, lo stesso del sangue. Il mio sguardo indugia oltre, la porta che collega al bagno è chiusa e l’anta della sua cabina armadio è aperta, secondo me la lascia sempre così. Forse su quello avrei una o due cosette da dirle. Identico discorso vale per la mela posata sul comodino accanto al letto. È possibile che non conosca la fiaba di Biancaneve? Un frutto, rosso e succoso, esattamente come quello ha svolto un ruolo cruciale nella storia.

Ed è proprio lui, posato con cura sopra un piattino di ceramica, a suscitare la mia curiosità. Cosa avrà spinto questa affascinante donna a scegliere proprio quella mela tra tutte le altre? Sarebbe stato interessante coinvolgere uno psichiatra o uno degli ottusi ospiti abituali delle cene commemorative del dottore, noti per le loro teorie paleolitiche, per cercare di svelare questo mistero.

“Di sicuro, qualcuno potrebbe sostenere che c’è una logica dietro ogni scelta, ma io la considero prima di tutto un’arte.”

In realtà, il concetto è molto semplice. Noi, i cosiddetti esseri umani superiori, amiamo il privilegio della scelta. Questo vantaggio rappresenta una ricchezza, un’abbondanza e una libertà che valorizziamo profondamente. Se avessimo solo una mela nella ciotola, l’alternativa scomparirebbe. 

Di sicuro, qualcuno potrebbe sostenere che c’è una logica dietro ogni scelta, ma io la considero prima di tutto un’arte. Tutto sta nel considerare la ricompensa offerta da ciascuna mela. Coinvolge soprattutto la soddisfazione desiderata, la continua ricerca di gratificazione che può rendere schiavi gli individui. Quindi, io scelgo le mie mele seguendo questo principio, e sono certo che lo faccia anche tu. Scegliamo sempre quella che promette un’esperienza deliziosa in grado di soddisfare i nostri sensi più profondi, la nostra sete.

Così come io ho scelto lei…

Carmen Weiz

Ogni volta che sono in sua presenza, il mio sguardo non riesce a rimanere per molto tempo lontano da lei. Il suo sonno è così placido, potrei giurare che stia sognando qualcosa di speciale, se mi avvicinassi ancora un po’ vedrei il suo viso avvolto dalla serenità che solo un momento del genere può portare.

Se volessi, potrei farla restare in quel mondo per sempre, potrei fermare il suo respiro, i suoi sogni, il suo futuro. Mi basterebbe una sola mossa, la giusta mela e la sua vita svanirebbe. Sarebbe così facile, così semplice… quasi banale.

Non posso fare questo al mio amore.

Lei dorme tranquilla, solo tra queste mura può essere se stessa e non la donna che lui vuole che sia. I mostri non vivono nei suoi sogni, di notte non vede il terrore, in quel mondo è al sicuro. È privilegiata, il suo passato non le ha insegnato il dolore, la paura o l’angoscia, sentimenti che vengono spesso a farci visita durante le ore del giorno.

Nonostante la sua innocenza, io posso insegnarle tutto questo e molto altro ancora. Non ci sono mostri nei suoi sogni, ma potrei farli arrivare. Vedi, il mio è un dono, riservato a persone speciali.

Per un istante stringo le palpebre e respiro profondamente, devo ammettere che la tentazione è forte, tuttavia riesco sempre a trattenermi. Oggi non sono qui per questo motivo.

Lei è sdraiata a pancia in giù, scorgo una gamba piegata sotto il lenzuolo di raso blu scuro che le arriva fino alla vita. Ammiro le sue curve femminili sotto la sottile camiciola da notte e mi sento sfiorare da un sentimento che somiglia alla gelosia, vorrei essere io ad avvolgere quel corpo, a percepire il caldo della sua pelle, ad avere il suo profumo addosso. Chi è stato l’infelice che ha deciso che le parti più belle del corpo di una donna devono rimanere sempre nascoste? Senz’altro uno stupido incosciente.

Carmen Weiz

“Non ci sono mostri nei suoi sogni, ma potrei farli arrivare.”

Chiudo gli occhi e immagino la pelle delicata del suo interno coscia che sfiora il lenzuolo, i suoi morbidi seni che salgono e scendono mentre respira. Riesco quasi a sentire il fruscio del tessuto, un rumore costante come le onde del mare. Apro gli occhi per osservare il suo respiro e lo faccio mio. Sento una sorta di melodia nell’aria, qualcosa di così singolare, simile a un’impronta lasciata sulla sabbia, unica, come l’impronta stessa.

Quanto vorrei far parte della loro vita, sentirmi un tutt’uno con la loro piccola famiglia, poterla possedere come fa il dottore, fare l’amore con loro in questa stanza. Purtroppo, niente di tutto questo mi è concesso, resto ai margini a osservarli come un voyeur, un personaggio che non attira particolare interesse, quando in verità sono molto di più, valgo molto di più.

E glielo farò vedere molto presto.

Non preoccuparti amore mio. Io ti vedo per quello che sei, conosco i tuoi segreti e i desideri più profondi. Veglierò su di te e un giorno non troppo lontano, ti regalerò una scelta: ti renderò mia o ti libererò.

Carmen Weiz

Questo racconto fa parte delle emozionanti avventure della serie Swiss Legends. Sei libri avvincenti ti attendono, ognuno è un viaggio unico nel mondo degli agenti speciali della Confederazione Svizzera.

Ogni storia è un’esperienza indipendente (autoconclusiva), pronta a catturare il tuo cuore senza bisogno di ordine specifico. Questa serie ti porterà attraverso emozioni intense e relazioni intriganti.

Scopri di più sulla Swiss Legends e lasciati trasportare dall’azione, dal mistero e dall’amore che definiscono il destino di questi due agenti speciali e la loro squadra.

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